Per sapere di più...
Il brano vuole descrivere quella che è la genesi del 'problema'. Come il pianeta, nominato Ultér, si è formato. Il suo peregrinare nel cosmo per miliardi di anni sino a che, ricevendo la spinta sfortunata, si trova ad essere in rotta di collisione con la terra. Qui null'altro lo potrà deviare da quel condotto immaginario al cui termine c'è il piccolo pianeta bianco e celeste.
Corpuscoli invisibili:
Qui, un ipotetico astronomo, dopo aver osservato il cielo ed aver fatto due conti, si lascia andare ed amare considerazioni non scevre di una dolcezza nostalgica, come a voler anticipare una nostalgia che non potrà essere provata. Ai suoi occhi è ormai certo quel che accadrà.
Working man:
In questo brano il punto di vista si sposta verso l'uomo della strada (letteralmente). Infatti abbiamo un operaio cantoniere che dalla posizione di chi, davvero, fatica in mezzo al rumore, osserva il pianeta che risulta visibile anche di giorno e ad occhio nudo. Si fa, quindi, delle domande e chiude con una considerazione amarissima.
Notturno:
Nella canzone, la figura narrante si trova ad osservare il riflesso che il pianeta lascia sulla superfice di un lago. Nella sua fantasia, ammorbata dall'atmosfera notturna, si trova ad immaginare che le onde, facendo 'tremolare' l'immagine 'assurda' che non può esistere (ma è li) stiano tentando ingenuamente di 'cancellarla'.
Il passaggio:
In questo momento solo strumentale, si immagina un ipotetico osservatore posto da qualche parte nel cosmo. Esso è testimone del passaggio del pianeta, che arriva da lontano e se ne va lontano. Noi non sappiamo in che tempo ed in che luogo questo passaggio avviene ma, alla fine, una trasmissione in codice morse chissà come sfuggita dalla terra per qualche strana riflessione, ci suggerisce che la meta è ormai vicina.
Le grandi manovre:
Ci troviamo nel bel mezzo di un grandioso simposio in cui tutti i potenti della terra discutono della situazione. Ovviamente la contingenza disastrosa appiana gli interessi di parte, accomuna ideologie diverse, rende tutti fratelli, aperti e collaborativi gli uni verso gli altri nel nome di un interesse superiore. Oppure no? Tra idee grottesche, inconcludenza intellettuale, cliché ideologici e 'fuori tema' clamorosi il circo del potere si muove, carrozzone gravido di stupidità varie.
Il rifugio:
Ne "Il rifugio", la nostra protagonista si trova in uno stato mentale decisamente alterato. Nella confusione continua tra passato e presente, tra realtà e illusione attende l'evento ormai prossimo con grande ansia. Trova 'rifugio', illusorio e puerile, sotto ad una tenda che utilizzava nei suoi giochi ormai lontani o, forse, il suo rifugio è proprio il rievocare il passato per non vivere un presente a dir poco drammatico. Capiamo, in fine, che si è organizzata anche per una possibile 'via di fuga' anticipata, drammaticamente estrema.
Estremo pensiero:
Ci siamo, il momento è giunto. In "Estremo pensiero" l'apocalisse muove i suoi passi pesanti. Dopo una descrizione di un mondo che sta morendo e prima dello schianto finale, la protagonista immagina di sentire una trasmissione radio partire da un'antenna. La trasmissione però 'gli sfugge' sulla domanda 'chi risponderà?'.